Quarantine Portrait: Affrontare una crisi globale per mezzo di dati, arte e design

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Dovunque tu viva, a questo punto dell’anno sarai stato toccato in qualche modo dalla pandemia globale.

Potresti essere stato contagiato in prima persona, o potresti conoscere qualcuno che lo è stato. Magari stai affrontando difficoltà economiche, o l’angoscia per la salute di persone lontane a cui vuoi bene; o magari stai affrontando una crisi esistenziale di qualche tipo. Indipendentemente dalla tua nazionalità, occupazione, cultura e situazione sociale, il Covid-19 ha forse generato un breve periodo di uguaglianza generazionale; ci ha resi uniti, forse, in un modo che prima non avevamo conosciuto.

Per la fortunata maggioranza delle persone, tutto ciò si è incarnato semplicemente nella noia del confinamento casalingo. Ma dalla noia si può fuggire nella creatività, e mai parole sono state più vere che per Manlio Massimetti e Angela Testa, due visual designer e professionisti nel campo della data visualization.

L’ultimo progetto della coppia, Quarantine Portrait, è da loro descritto come

Un esperimento basato sulla raccolta di dati che combina Arte e Design per generare un racconto della quarantena.

Ispirato dalla famosa opera di Joan Mirò, Costellazioni, che a sua volta fu prodotto nel corso di un isolamento autoimposto, Quarantine Portrait raccoglie la nostra esperienza collettiva della quarantena e ne traduce alcuni aspetti in dati da cui generare un’opera simile a quella di Mirò.

Ma come funziona, in pratica, la cosa?

Qualunque utente può compilare un breve sondaggio riguardo la sua esperienza della quarantena – con domande come “dai un voto al tuo umore” o la quantità di tempo spesa a creare musica, scrivere, dipingere, ecc. Le risposte sono poi codificate e tradotte in simboli, forme e colori differenti, a loro volta composti secondo uno schema fisso in un’opera complessiva.

Ciò che Quarantine Portrait si sforza di realizzare è di codificare la nostra esperienza di questo periodo così privo di riferimenti tramite la creazione di opere visive accattivanti; e l’incontro con gli utenti è reso partecipativo proprio dal riferimento al loro ruolo di creativi, sia nella propria vita, sia come elementi di questa sorta di opera algoritmica collettiva. Ma, al di là della sua unicità e carica creativa, Quarantine Portrait ci ricorda che, in definitiva, anche in una situazione di isolamento non siamo del tutto soli.

Quarantine Portrait

Coping with a global crisis through data, art and design

No matter where you are in the world, you’ve undoubtedly been affected by the global Covid19 pandemic. You might have caught the novel Coronavirus yourself or know someone who has. You might be struggling with finances or worried about loved ones abroad or facing an existential crisis of some kind. Regardless of where you are from, your background, occupation, culture, and social status, Covid19 has proven to be the great equalizer of our generation and arguably, the ultimate unifier.

Luckily, for the vast majority of us, we have simply been stuck at home, bored out of our minds. But it’s not all bad- out of boredom, comes creativity, and for Manlio Massimetti and Angela Testa- two visual designers and data professionals- truer words were never spoken.

Cue the duo’s current project, Quarantine Portrait. The project is described as a “data-driven experiment that combines Art and Design to tell the story of quarantine”. Inspired by Joan Mirò’s famous piece, Constellations, which was created during a self-imposed isolation period by the artist himself, Quarantine Portrait harnesses our collective experience of lockdown and translates different aspects into data points to generate a Miro-esque artwork.

So how does it work? Users simply fill out a short survey about their experience in quarantine – things like ‘rate your mood’ or how much time you spend making music, writing, painting, etc. Answers are then codified and assigned different symbols, shapes and colors to generate a personalized piece of algorithmic art.

Quarantine Portrait strives to standardize our experience during this unchartered period in history through the medium of visually engaging artwork, where users can draw from their personal situations to become in a way, artists themselves. It’s creative and unique, but more importantly, Quarantine Portrait ultimately shows us that even in isolation, we are not alone.

Quarantine Portrait: Affrontare una crisi globale per mezzo di dati, arte e design